VERSO L’ADOZIONE DI NUOVE TECNOLOGIE NUTRIZIONALI IN SVEZZAMENTO
Il bando all’utilizzo dello zinco e la necessità di ridurre gradualmente l’utilizzo delle premiscele
medicate nei mangimi a favore di trattamenti più mirati in acqua e per via iniettabile individuale, ha imposto l’adozione di nuove pratiche nutrizionali nel corso della fase di svezzamento. Il primo
principio che è necessario seguire in fase di formulazione è che tanto più precisamente vengono
calcolati i nutrienti portati con la dieta e tanto più accurato è il calcolo dei fabbisogni degli animali in ogni fase produttiva, tan meno nutrienti indesiderati arriveranno indigeriti nei tratti più distali
dell’intestino, sottraendoli alle fermentazioni di batteri patogeni.
Gli elevato fabbisogni aminoacidici che portano ad un eccesso di proteina in fase di formulazione
aumentano in modo rilevante il rischio di turbe dell’apparato digerente e quindi alterazioni dello
stato di salute. Lo squilibrio tra l’apporto di nutrienti con la dieta e i fabbisogni è anche la causa di
inquinamento, in quanto le parti indigerite si accumulano nelle deiezioni.
Il progetto N.E.W. P.I.G. (Nutritional Engineering in Weaning for Performance, Immunity and Gut
Health) ha ricevuto un finanziamento dalla Regione Emilia-Romagna nell’ambito dell’operazione
16.2.01, che mira ad aumentare la competitività delle imprese attraverso l’implementazione di
pratiche innovative.
Esso riconosce i seguenti obbiettivi:
– Diminuire la proteina del mangime in svezzamento mantenendo inalterate le performance,
diminuendo il ricorso agli antibiotici e migliorando lo stato di salute degli animali;
– Aumentare la ritenzione azotata e quindi l’efficienza alimentare;
– Dimostrare che un mangime interamente vegetale (al netto dei sottoprodotti del latte) è
efficace quanto uno contenente farina di aringa e plasma, due capisaldi considerati
imprescindibili in questa fase;
– Confermare l’efficacia dell’impostazione del programma alimentare Bivit e Neofarma in
svezzamento.